BERGAMO L’INCONTRO Profughi: progetto rivoluzionario della Curia: il “rimpatrio accompagnato” dei “diniegati” Sono i migranti che non ottengono il permesso di soggiorno. Pieno sostegno della Lega sul progetto. Per il resto allarme spaccatura nelle parrocc

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Si sono incontrati sul Colle. Era l’11 agosto. E’ stato Daniele Belotti il segretario provinciale della Lega a chiedere l’incontro col Vescovo Mons. Francesco Beschi. Come nei grandi incontri “internazionali” ognuno si è portato il suo “staff”. Oggetto: la questione “migranti”. Daniele Belotti l’ha raccontata così:

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Stamattina una delegazione della Lega con il sottoscritto, Tony Iwoby (responsabile federale del dipartimento immigrazione) e i sindaci di Cene e Martinengo, Giorgio Valoti e Paolo Nozza, ha incontrato, in Curia, il vescovo di Bergamo mons. Beschi, il direttore e il presidente della Caritas orobica, don Claudio Visconti e don Vittorio Nozza. Un’ora e mezza di confronto cordiale, ma franco e schietto sul tema dell’accoglienza dei migranti. 
Da parte leghista si è rimarcato che l’imposizione di profughi da parte della Curia e di alcuni parroci spacca i paesi, trasformando la parrocchia da simbolo di unità a elemento di divisione all’interno della comunità. Del resto l’accoglienza a tutti i costi dei richiedenti asilo vede favorevole una quota minoritaria di parroci: a Bergamo solo una trentina su 375, mentre a Genova, notizia di oggi, solo 7 su 278. 
E’ stata trattata, ovviamente, anche la questione economica che vede ingentissime somme spese per un’accoglienza che non dà prospettive agli stessi migranti se non un semplice assistenzialismo. Inoltre quella della Caritas e delle altre organizzazioni ospitanti viene vista come una solidarietà interessata da lauti guadagni.
Dalla Lega è arrivata anche una netta critica alla proposta di concedere il permesso di soggiorno ai richiedenti asilo che partecipano ai corsi di alfabetizzazione e ai lavoretti socialmente utili (es il famigerato progetto di Gori per riparare le panchine): una volta concesso il permesso di soggiorno se non c’è lavoro, i migranti cosa potrebbero fare? Niente, con il rischio quindi di ricorrere alla delinquenza per sopravvivere.
I sindaci hanno sottolineato, inoltre, il peso insostenibile delle residenze facili ai richiedenti asilo e la disparità di trattamento tra i propri cittadini, italiani, in difficoltà e i profughi, coccolati e mantenuti.
Tony Iwobi ha spiegato che in Africa arriva il messaggio sbagliato che qui in Italia i migranti trovano un paradiso. Questa politica dell’accoglienza senza alcuna prospettiva sta creando solo una nuova schiavitù e non aiuta certo i paesi africani di origine dei migranti. ..

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