BERGAMO – LETTERA – GRAZIE COMUNQUE, ATALANTA

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Vittorio Picinali

L’ Atalanta chiude il campionato 2021-2022 all’ottavo posto della classifica, esclusa da ogni partecipazione europea conseguita onorevolmente per cinque anni consecutivi. Certamente non in linea con le previsioni dei più ottimisti e non pochi esperti di conquistare l’accesso ad una competizione continentale. Causa, non trascurabile, il prolungarsi di infortuni, malanni e oggettivi accidenti di percorso. Una stagione altalenante che insieme ad una palese involuzione tecnica e calo psico-fisico è andata declinando, soprattutto in ragione delle molteplici sconfitte interne ed il rapporto, a più stretta forbice, tra i goal fatti e subiti. Motivi non ascrivibili ad un ridimensionamento del suo valore morale che rimane elevato, apprezzato e condiviso non solo in Italia. Le rughe che il tempo disegna il viso anche di una Dea ormai matura per i grandi palcoscenici diventano patrimonio di ricchezza e ripartenza se ben curate. Con l’arte dell’efficacia, della solidarietà, della ragione che non esclude il sogno né la consapevolezza dei limiti. Le dichiarazioni, che accogliamo come valide, della nuova maggioranza societaria formata dall’americano Sig.Pagliuca e la famiglia Sigg.Percassi, condivise e ribadite, sono propedeutiche ad un miglioramento del marchio, dei ricavi in simbiosi con i risultati sportivi da realizzare sul campo e la qualità delle prestazioni.

Unire l’utile al dilettevole è l’assioma del calcio moderno che l’Atalanta ha assunto quale modello da imitare. Tifosi, sostenitori, sponsor che sostengono la base della piramide formano il coro e indossano le vesti dei “naturali” padroni del simbolo, l’anima di una memoria che si perpetua al di sopra di ogni struttura e categoria portante. E’ fuor di dubbio che “il sentimént”, la bandiera, l’icona, la fede nella Dea restino il tratto emozionale di un comune patrimonio ideale. …

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