BACH 340, la musica che fa primavera. Venerdì 21 marzo nella Chiesa dell’Adorazione di Bergamo concerto d’organo con Ivan Ronda per festeggiare il giorno della nascita di Johann Sebastian Bach (1685-1750)

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Venerdì 21 marzo alle ore 20.30 festeggeremo il primo giorno di primavera e i 340 anni dalla nascita di Johann Sebastian Bach (1685-1750) con un concerto straordinario, interamente dedicato alle sue meravigliose composizioni, che si terrà nella Chiesa dell’Adorazione dell’Istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo, in via S. Antonino 14. L’iniziativa, intitolata BACH340 La musica che fa primavera, è inserita nel cartellone della neonata rassegna Come un sole che ci scalda nella notte – Sentieri musicali sulle tracce della Speranza ideata e diretta da Alessandro Bottelli. Alla consolle dell’organo Mascioni 1981 siederà Ivan Ronda, musicista bresciano conosciuto e apprezzato a livello internazionale per le non comuni qualità di virtuoso, oltre che collaudato interprete bachiano. Per l’etichetta francese Fugatto ha registrato infatti un CD dedicato alle grandi opere del Maestro tedesco, utilizzando il grandioso Tamburini-Bonato del Duomo di Abano Terme (Pd). Nel 2012 è da segnalare la registrazione di un doppio CD sempre dedicato a Bach, realizzato sul monumentale organo Silbermann del Duomo di Arlesheim in Svizzera. Nel 2013 ha l’onore, come primo organista italiano, di registrare un CD al sontuoso organo barocco della St. Johanniskirche a Luneburg, strumento sul quale Bach si è formato. Tra le numerose tournée all’estero, ricordiamo quella in Inghilterra su prestigiosi organi sinfonici: Cambridge (King’s College e St. John College), Londra (St. Paul Cathedral, Westminster Abbey e Westminster Cathedral), Birmingham (Basilica di St. Chad) e Coventry Cathedral, e, nel 2005, quella in America del Sud sugli organi monumentali delle cattedrali e delle basiliche di Buenos Aires (tra cui la Cattedrale Metropolitana davanti ad un uditorio di più di 1.000 persone) e di Montevideo. Per l’occasione, Ronda proporrà agli ascoltatori alcune grandi pagine del Kantor, quali la Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542, la Toccata, Adagio e Fuga in do maggiore BWV 564 e la Fantasia in sol maggiore BWV 572 intervallate da una scelta di splendidi preludi corali e da un Concerto vivaldiano trascritto per organo (in do maggiore, BWV 976). La scelta del programma, scrive Ronda, «pone particolare attenzione al periodo liturgico contrassegnato dalla Passione di nostro Signore che ci accingiamo a vivere. È il momento cruciale della fede del cristiano e Bach, da fervente credente ci offre dei preludi al corale estremamente toccanti, intimi ed espressivi. Ci siano d’aiuto alla riflessione sul peccato dell’uomo e sulla forza che Dio rifulge a noi quali suoi figli». Tornando al programma, saranno alternati brani di natura concertistica ad altri prettamente di uso liturgico, secondo le intenzioni di Bach. Gran finale, poi, con la celeberrima Toccata e Fuga in re minore BWV 565. La scelta del repertorio è pensata anche per dare voce a tutte le possibilità e combinazioni timbriche offerte dal prezioso strumento realizzato dalla ditta organaria Mascioni di Cuvio (Va).

Il concerto si avvale del sostegno delle ditte Montello, Fra.Mar, Co.me.c., Ambrosini, della Fondazione Credito Bergamasco e di Eliorobica come sponsor tecnico. Inoltre, ha la media partner del quotidiano Avvenire, di Prima Bergamo, BergamoNews, araberara e Seilatv.

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria (posti limitati) al: 388 5863106

UNO SGUARDO AL PROGRAMMA

Toccata, Adagio e Fuga in do maggiore BWV 564

Sebbene Bach abbia composto un numero decisamente ridotto di brani organistici durante la sua permanenza nella città di Köthen, non è da escludere che Toccata, Adagio e Fuga sia uno di questi. È quasi certo che lo strumento di cui disponeva Bach a Weimar non avesse una tale estensione dei manuali, al contrario dei due strumenti conosciuti e suonati da lui a Köthen. La Toccata si apre con un passaggio virtuosistico eseguito ai manuali, cui segue un assolo del pedale tra i più lunghi in assoluto dell’intera produzione organistica (eccetto, ovviamente, brani scritti per solo pedale). A seguito di tale assolo, la Toccata si sviluppa alternando, concatenando e permutando fra di loro tre figurazioni principali. L’Adagio riprende la tipica struttura del brano per strumento solo e basso continuo: il tema, di carattere piuttosto malinconico, è affidato alla mano destra, da eseguire con un registro solistico. Il pedale disegna, invece, una tipica linea di basso continuo cembalistico o violoncellistico, sulla quale gli accordi della mano sinistra realizzano il basso numerato. Questo pezzo termina con una pagina di polifonia a sette voci, che fa da collegamento tra l’Adagio propriamente detto e la conseguente Fuga. Essa prende corpo a partire da un tema assai vivace, di stampo quasi violinistico. Il virtuosistico e leggiadro andamento del brano, rispecchia il carattere intrinseco dell’intera composizione, che, considerata nella sua totalità appare, come già accennato, molto prossima al concerto orchestrale-cameristico. Tale peculiarità la distacca in modo piuttosto marcato dall’archetipo del severo Preludio e Fuga rigorosamente bipartito, facendone un unicum nell’intera produzione organistica bachiana.

Choralvorspiel “O Mensch, bewein dein Sünde groß” BWV 622

Il testo è attinto dalla Passione narrata dai quattro Evangelisti: Matteo (26), Marco (14), Luca (22), Giovanni (18). Heyden, dal Vangelo, ha composto il bellissimo Cantico della Passione. L’autore della melodia è Matthäus Graitter (morto nel 1550 circa). La sublime interpretazione musicale di Bach è troppo elevata per essere descritta a parole. Le sue note toccano il più profondo dell’animo sensibile. Soltanto il misticismo, la fede e la semplicità di Bach potevano raggiungere quella profondità di sentimento necessaria ad esprimere il sacrificio di Cristo. Il significato di questa pagina è espresso chiaramente dal titolo del «Preludio» e dalle parole del testo. In esso viene ricordato il sacrificio dell’Agnello senza macchia crocifisso per la redenzione dell’umanità a causa di un disegno divino superiore. È una «visione», che viene offerta al nostro spirito, della via della salvezza ormai aperta attraverso il martirio della Croce. L’ispirazione musicale di Bach, nell’elaborazione di questo «Preludio», ha raggiunto l’apice dell’intima commozione. L’«Adagiosissimo» finale vuole significare, o meglio interpretare musicalmente l’ultimo verso della prima strofa del Cantico della Passione di Heyden, ossia: «Lungamente sospeso alla Croce».

Concerto in do maggiore “da Vivaldi” BWV 976 (Allegro – Largo – Allegro)

Le trascrizioni per strumento a tastiera di Bach sono giunte fino al XXI secolo attraverso diverse copie, sia manoscritte sia a stampa. L’unico autografo originale di Johann Sebastian Bach, però, è quello della trascrizione pedaliter BWV 596. Gli adattamenti manualiter BWV 972-982 e quello pedaliter BWV 592 sono contenuti in un manoscritto, realizzato da Johann Bernhard Bach intorno al 1715 e custodito presso la Biblioteca di Stato di Berlino, intitolato in italiano stentato «XII Concerto di Vivaldi, elaborati di J. S. Bach». Successivamente, suo figlio Johann Ernst ci aggiunse l’indicazione di proprietà «Johann Ernest Bach, Lipsiensis 1739». In realtà, di quei dodici concerti solo sei sono trascrizioni da originali vivaldiani, mentre i rimanenti sono di altri autori. Il quinto concerto manualiter è una trascrizione del Concerto per violino, archi e continuo in mi maggiore n. 12 RV 265 di Antonio Vivaldi, contenuto all’interno della raccolta «Lestro armonico» e pubblicato ad Amsterdam da Estienne Roger nel 1711. Bach abbassò l’intero concerto, da mi maggiore a do maggiore, con ogni probabilità per adattarlo alla ridotta estensione dei manuali del clavicembalo che aveva a disposizione a Weimar.

Choralvorspiel “Ich ruf’ zu dir, Herr Jesu Christ” BWV 639

Il Preludio sul Corale «Ich ruf’ zu dir» appartiene al gruppo dei «56 kürzere Choralvorspiele». Indipendentemente dalla fonte liturgica, questo Preludio-Corale ha come analoghi corrispondenti, nell’ambito della produzione vocale di Bach, due diversi componimenti; il primo appartiene al gruppo delle 189 «Kirchencantaten» (e precisamente alla Cantata n. 16, «Barmherziges Herze der ewigen Liebe», della quale costituisce l’episodio conclusivo); il secondo figura nella Cantata da chiesa n. 97, «Ich ruf’ zu dir, Herr Jesu Christ» come coro introduttivo. Nel Preludio-Corale destinato all’organo, infatti, la melodia è condotta attraverso un’articolazione molto libera e varia, nella quale si inserisce spesso l’ornamento degli abbellimenti; allo svolgimento debitamente «variato» della melodia ricavata dal Corale si associa, inoltre, un accompagnamento suddiviso in due diversi atteggiamenti, uno «mobile» e l’altro impegnato a far da base alla struttura armonica.

Fantasia in sol maggiore BWV 572

Fernando Germani afferma che questa grandiosa «Fantasia» a cinque voci, s’inizia con una brillantissima cadenza introduttiva per sole tastiere, preludiante la parte più elaborata. Si tratta di un tema in sol maggiore e in 12/8, inizialmente presentato quattro volte. «L’entrata di una sola nota di pedale – scrive lo stesso concertista – dopo due pagine di passaggi di bravura, è di effetto grandioso che aumenta ancora quando ad essa si aggiungono, in accordi, le altre quattro parti». La «Fantasia», con il suo passo di bravura affidato alle tastiere e sostenuto dal pedale – che ricorda la valorizzazione tecnica affidata alle prime battute della composizione, di cui già si è detto – porta a compimento la pagina con delle sestine ascendenti e insistenti. Germani pensa che la «Fantasia» risalga all’epoca di Köthen-Leipzig, e dunque tra il 1718 e il 1744. In quanto alla forma-fantasia, diremo che essa è una composizione strumentale libera, che via via assunse caratteristiche varie, ma che con Bach si abbandona al libero giuoco dell’immaginazione. Bach ne compose sette, una delle quali con imitazioni e tre con «fughe». Altre quattro fantasie figurano composte su corali.

Choralvorspiel “Herzlich tut mich verlangen” BWV 727

Nel caso del Corale “Herzlich tut mir verlangen” BWV 727 il tema, tratto da una melodia profana, e anzi di tono persino amoroso, opera dell’organista Hans Leo Hassler (1564-1612), è stata resa celebre dall’uso che Bach ne ha fatto in uno dei suoi capolavori più noti, la Matthäus Passion. Il trattamento organistico è in questo caso miniaturistico, intimista, con una polifonia intensa ed espressiva.

Fantasia e fuga in sol minore BWV 542 “die Grosse”

Nella Fantasia e Fuga in «sol minore» è concentrata larghissima parte dell’inventiva bachiana. Dalla parte fantasiosa – con le sue cadenze e recitativi – Bach passa a quella polifonica, con i suoi passaggi ricchi d’imitazioni e d’intrecci tra le parti, che, nel loro complesso, danno luogo ad una grandiosa creazione architettonica. Molti teorici (e non soltanto loro), forse suggestionati dalla tonalità minore del pezzo, hanno lavorato molto d’immaginazione nel commentarlo, sorpassando in fantasia forse lo stesso Bach. È stato definito espressivo, drammatico; altri in esso hanno ravvisato la preghiera dei fedeli, ecc., ma in realtà, come giustamente osserva Fernando Germani, «la Fantasia in sol minore non è altro che una conseguenza logica, uno sviluppo dell’idea di Buxtehude; perfezionata, plasmata ed inquadrata in una forma ancor più severa e grandiosa. Essa è sempre improntata ad una grande maestosità gotica: severa nella concezione, semplice nella linea; quindi ogni accostamento a presunte interpretazioni drammatiche od altro sarebbe fuor di luogo poiché verrebbe falsato il carattere della composizione». La Fantasia apre con un’ariosa fioritura melodica per la quale Tiersot è arrivato a parlare di estro «tzigano» mentre la Fuga è caratterizzata, fin dall’inizio, da un intreccio contrappuntistico estremamente mobile; suggerito, del resto, dalla configurazione del soggetto.                             

Choralvorspiel “Erbarm dich mein, o Herre Gott” BWV 721

«Pietà di me. O Dio, per la tua misericordia, e per la tua grande clemenza cancella i miei delitti. Lavami per bene dalle mie colpe e dal mio peccato purificami; perché i miei delitti io li riconosco, e il mio peccato l’ho sempre dinnanzi. Contro di Te ho peccato e ho fatto a Te cosa spiacevole; sicchè sarà giustificata la tua parola e senza macchia il tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato e nel peccato mi ha concepito mia madre. Ecco, Tu ami sincerità di cuore e mi insegni sapienza nell’intimo…». Erhard Hegenwalt si è ispirato a questo Salmo per comporre il Canto “Erbarm’ dich mein, o Herre Gott”; la melodia originale del Corale è di Johann Walter (1496-1570). Su questa sinuosa melodia Bach compone questo meraviglioso preludio al corale nel quale gli accordi e le note ribattute tra manuale e pedale rendono splendidamente quell’atmosfera di dolore del “mea culpa”. La grande espressività è sorretta dalla grande semplicità all’ascolto.

Toccata e fuga in re minore BWV 565

Questa famosa composizione è, senza dubbio, il brano di Bach che ha attraversato i secoli divenendo forse la sua più celebre creazione. Lo stile chiaro, melodico e brillante ha molto contribuito a renderla popolare. La Toccata è un pezzo di carattere prevalentemente virtuosistico nel quale si alternano passi saettanti di agilità tastieristica a imponenti masse sonore accordali che si pongono in contrasto; la fuga, con il suo tema “melodico”, dopo una breve esposizione indugia in piacevoli effetti d’eco che poi, aumentando di sonorità e di movimento, conducono grandiosamente alla scintillante chiusa.

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