C’è un motivo fondamentalmente sacrale nelle manifestazioni carnevalesche diffuse in tempi lontanissimi in tutto l’arco alpino, manifestazioni in cui la volontà di esorcizzare i disagi della brutta stagione e di ‘purificarsi’ per poter partecipare al rinnovamento della Natura in primavera si esprimeva attraverso una serie di riti di dedizione al soprannaturale. Ne è un esempio, tra i pochi rimasti, la “Scasàda del Zenerù”, rito che ad Ardesio precede il ritorno della Primavera e lo propizia, mettendo al centro del rito i simboli della vita – il movimento e il suono dei campanacci – e il fuoco, che distrugge il male e la morte, rappresentata dall’ormai famoso fantoccio del Gennaio che però è un’”invenzione” recente in quanto risale agli anni ’60 del secolo scorso.
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