ARDESIO – I 50 anni di sacerdozio di Don Guglielmo

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Don Guglielmo Capitanio, attuale parroco di Ardesio, festeggerà il 26 giugno prossimo il suo 50esimo anniversario di ordinazione sacerdotale con la S. Messa delle 18, e  il 1° di settembre andrà in pensione.

Prima di arrivare ad Ardesio è stato coadiutore parrocchiale a Carvico dal 1972 al 1986, parroco di Valgoglio dal 1986 al 1995 e parroco di Comenduno di Albino dal 1995 al 2005.

Quando però gli chiediamo di raccontarci  i pensieri e le emozioni suscitate in lui da questo importante traguardo, come al solito si schermisce e taglia corto: “Non ho fatto nulla di straordinario e non voglio pubblicità, posso dire solo che sono molto grato al Signore”.

E allora al suo posto lasciamo parlare gli Ardesiani che in 15 anni hanno imparato a conoscerlo e a volergli bene: “Quando se ne andrà, per me sarà come perdere un padre – dice Elisabetta Fornoni – ha seguito i miei figli dal battesimo alla Cresima, e con la mia famiglia si è creato nel tempo un rapporto profondo, di stima e di collaborazione, non so se avrò il coraggio di andare a salutarlo quando andrà in pensione, mi verrà da piangere…”.

Elisabetta lo ha conosciuto da vicino anche perché fa la catechista: “Lo so che qualcuno critica i suoi modi semplici e la sua azione pastorale ritenendola ‘antiquata’, ma io posso testimoniare che non è così: certo è un testimone della fede secondo le modalità, lo stile che lui stesso ha appreso ai suoi tempi, ma il suo sacerdozio è sempre stato improntato ad un’attenzione particolare per i bambini e i ragazzi e per la loro formazione, questo posso testimoniarlo senza timore di essere smentita. Ci ha sempre indicato la strada giusta, ha sempre condiviso e sostenuto il nostro percorso di fede: non è questo il compito principale di un sacerdote?”.

Anche  Simona Mandelli, che è venuta ad abitare a Rizzoli dal milanese dov’era nata e cresciuta e che qui sta crescendo i suoi cinque figli, è dispiaciuta di vedere il parroco andare in pensione. Anche lei catechista e volontaria dell’Oratorio, condivide l’impegno laico del marito, Paolo Verzeroli, sagrista e curatore della chiesina dedicata a S. Antonio dove ogni anno – eccetto il periodo del Covid – organizza una bellissima festa con tanto di processione, un nutrito rinfresco per tutti ed una simpaticissima lotteria che ha in palio animali vivi e prodotti agricoli locali.

Chi scrive ha avuto la fortuna di parteciparvi, qualche anno fa, meravigliandosi non poco della perfetta organizzazione messa su da un numero così ridotto di persone e dalla cura dedicata alla liturgia ed alla celebrazione religiosa. Faceva un freddo tremendo ma don Guglielmo, incurante, guidava la processione con la statua del Santo ed al ritorno, nella chiesa gelida, cantava imperterrito i  Salmi e il Magnificat dei Vespri in latino insieme agli anziani:

“Sì – conferma Pietro Zucchelli, che alla parrocchia e all’Oratorio dedica molto del suo tempo in veste di ‘factotum’  e di vicino di casa del parroco – don Guglielmo è molto attento alla tradizione, e seppure devotissimo alla nostra Madonna delle Grazie ed al suo santuario, ci tiene a festeggiare ogni anno anche tutti i Santi patroni delle ben 15 chiesine sparse nelle frazioni, oltre che celebrarvi la Messa una volta al mese; insieme ai residenti le vuole belle e ordinate, ne cura la manutenzione, le ristrutturazioni, i ritocchi, ecc…; così  valorizza e  tiene vive anche le contrade più piccole e più lontane dal capoluogo, guadagnandosi l’affetto dei fedeli e non solo di quelli anziani, perché anche ai giovani sa trasmettere il senso della continuità della tradizione”.

“E poi è disponibile tutti i giorni e tutto l’anno, per sé si tiene, da buon scalvino, solo il tempo di qualche passeggiata nel bosco…- riprende Simona – Chi lo cerca sa di poterlo sempre trovare, lui c’è e c’è per tutti, anche per quelli che la chiesa la frequentano poco…

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