ALBINO – Via Mazzini e le “convergenze parallele” albinesi. Quali scenari in vista delle elezioni del 2019?

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Sarà il fatto di aver sentito spesso parlare di Aldo Moro negli ultimi tempi in occasione del 40° anniversario della sua uccisione, ma nel descrivere l’attualità della vita polica albinese possono venire alla mente certe espressioni tipiche della Prima Repubblica. Sull’ultimo numero di Araberara abbiamo parlato della “non sfiducia” (utilizzata una quarantina di anni fa per definire il terzo Governo guidato da Giulio Andreotti) a proposito dell’astensione dei consiglieri leghisti su un tema centrale come quello della scelta del nuovo gestore della raccolta differenziata; così facendo, i rappresentanti del Carroccio hanno tenuto in piedi la Giunta del sindaco Fabio Terzi, marcando però una differenza non di poco conto che ha fatto imbestialire il leader di Forza Italia Davide Zanga. Adesso citiamo invece le famose “convergenze parallele”. Di cosa si tratta? In geometria due parallele non possono mai convergere sullo stesso punto, ma in politica questo può capitare quando due partiti avversari e diversi tra loro trovano un punto d’intesa su un determinato argomento, dando vita ad una alleanza più o meno durevole e solida (sta capitando anche a livello nazionale). E di “convergenze parallele” se ne sono viste ad Albino, in particolare sull’annosa questione di Via Mazzini... SU ARABERARA IN EDICOLA DAL 18 MAGGIO

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