Cinque ragazzini e la loro ‘Bancarella missione Tanzania’ al mercato di Rovetta, dove si vendono giochi usati per raccogliere fondi
“Vedere questi ragazzi è uno spettacolo”, sussurra Luigi ad uno dei papà presenti vicino alla “Bancarella missione Tanzania”. Non è una bancarella qualunque, perché ad allestirla insieme ad alcuni genitori, ci sono cinque ragazzini di Cerete che hanno tra i 9 e i 12 anni. Sì, avete capito bene. E’ un sabato mattina di metà ottobre, a Rovetta è giorno di mercato, l’aria è frizzante, il termometro non supera ancora i 10 gradi, le 8:30 sono passate da poco, ma i ragazzi sono già operativi. Impossibile non riconoscerli, il loro entusiasmo è travolgente. Mentre lasciano alle mamme la sorveglianza del banchetto, mi dedicano dieci minuti per raccontarmi come è nato tutto questo. Partiamo dalla presentazione: Luca Visinoni ha 9 anni e frequenta la quarta elementare, Giosuè Zamboni, Daniel Meloni e Nicola Pezzotti di anni ne hanno 10 e frequentano la quinta elementare, mentre il più grande del gruppo è Samir Hashim che ha quasi 12 anni ed è in seconda media.
“Un giorno ci siamo trovati a casa di Nicola ed è lui che ha avuto questa idea, abbiamo preso un po’ di giocattoli, siamo andati sugli scaloni della chiesa e abbiamo iniziato a venderli… non arrivava nessuno quindi siamo andati alla piazza, una volta anche al mercato, ma anche qui non arrivava nessuno e allora abbiamo messo tutto in una cariola e abbiamo girato per tutto il paese suonando i campanelli delle case e così siamo riusciti a raccogliere un po’ di soldi”, raccontano in coro.
Il ricavato vola in Africa perché come si legge sullo striscione di presentazione ogni donazione è “un piccolo gesto per costruire un grande sogno”, quello di far andare a scuola i bambini del villaggio di Zeneti: “Diamo tutto a Luigi così può usarli per la missione in Tanzania”.
E come l’avete conosciuto Luigi? “Noi di quinta abbiamo fatto un progetto che si chiamava ‘Missione Tanzania’ proprio con Luigi Vecchi e suo nipote Mattia (che noi di Araberara avevamo intervistato sul numero del 26 settembre, ndr). Ci hanno raccontato la loro esperienza in Africa e siamo rimasti talmente colpiti che abbiamo deciso di fare qualcosa. La nonna di Daniel ha chiesto al parroco se potevamo venire qui e lui ci ha messo a disposizione il cortile per allestire la nostra bancarella”.
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