Logo

ORIGINI DEI CONFLITTI. L’IPOTESI DI TRE CAUSE

25 ottobre 2025 | 09:56
Share0
ORIGINI DEI CONFLITTI. L’IPOTESI DI TRE CAUSE

Prima causa: le ideologie. Partiamo da Abramo. Non è possibile determinare con precisione quando sia vissuto, né attestarne con sicurezza la storicità.

La cronologia interna alla Bibbia colloca Abramo verso il 2000 a.C.. La redazione del testo biblico che parla di lui pare essere opera di un redattore sacerdotale ai tempi dell’esilio babilonese (tra il VII e il VI secolo a.C.). La Bibbia sostiene che fu scelto da Dio come capo di un popolo che aveva stretto un patto con l’Onnipotente.

La realtà va sicuramente rovesciata. Dio, per sua natura, non si interessa di un solo uomo e nemmeno di un solo popolo. Poteva Dio sceglierne un solo popolo fra i tanti esistenti sulla terra e forse nell’Universo? Il desiderio di Abramo, proprio di tutti i popoli nomadi, venne attribuito a Dio offerente la terra promessa al popolo eletto. Le guerre dei tempi di Giosuè contro i palestinesi che abitavano la stessa terra sono vere.

È facile quindi il paragone tra l’ideologia della Terra promessa e del Popolo eletto con la filosofia nazista. Anche Hitler pensava che i tedeschi appartenessero ad una razza, l’ariana, superiore a tutte le altre. Mosse guerra a tutte le nazioni confinanti con la Germania, a Est e a Ovest, affermando Gott mit uns, Dio è con noi, lo slogan delle SS.

In conclusione, l’idea di superiorità ed esclusività dei rapporti con la divinità è una delle fonti primarie dei conflitti e delle guerre. Tutte le dichiarazioni degli esponenti dell’estrema destra del governo di Netanyahu sono coerenti con le antiche idee della Bibbia che assegnano, in base a questa teoria, tutta la terra di Canaan al popolo ebraico. Lo stesso Netanyahu nega la possibilità di costituire uno stato palestinese. È evidente come l’ideologia di 4000 anni fa condizioni ancor oggi il futuro del Medio Oriente.

Mi pare inutile sottolineare che l’ideologia della terra promessa e del popolo eletto non giustificano nel modo più assoluto l’assalto da parte di Hamas del 7 ottobre 2023 che non fu un atto di resistenza ma un atto di pura ferocia e criminalità. La resistenza italiana non ha mai compiuto stragi di popolazioni. Le stragi di civili sono tutte opera dei nazifascisti.

Seconda causa: i nazionalismi. L’idea di nazione si basa sul fatto che un popolo che parla la stessa lingua, che discenda dalla stessa tradizione culturale, che abita la Terra dei padri, la patria, che proviene dalla stessa etnia, che ha il medesimo colore della pelle, sia la base della costituzione di uno stato.

Noi sappiamo che questo è falso. Ci sono degli Stati (li abbiamo molto vicini) che smentiscono questa teoria. La Svizzera è costituita da almeno tre o quattro “nazioni” che parlano quattro lingue diverse. È costituita da popoli germanici e popoli latini, eppure è uno stato molto solido che ha una vita di molti secoli e che da almeno cinque secoli non partecipa a guerre.

Se guardiamo bene, oltre all’aspetto ideologico basato sul ripristino dell’antica URSS, uno dei motivi che Putin apporta per l’invasione dell’Ucraina è proprio il fatto che il 70% degli ucraini parla Russo. Ma questo non può essere un motivo per invadere un altro stato. Anzi. Ben venga il bilinguismo, il trilinguismo, e la massima varietà delle parlate senza con questo pensare che uno Stato debba essere invaso per motivi riguardanti la lingua.

Oggi negli Stati Uniti d’America c’è un presidente che si dichiara protetto o addirittura scelto da Dio. Riporto esattamente le parole da lui usate: “Dio mi ha risparmiato [dall’attentato] per una ragione: salvare gli americani e riportare l’America alla salvezza”. Una dichiarazione talmente falsa da far crollare la nostra fiducia nel personaggio al quale in ogni caso auguriamo di portare a termine, se riesce, il processo di pace in Medio Oriente.

Certo, le sue premesse non sono rassicuranti. America first è un principio di per sé egemonico paragonabile a quello del Popolo eletto. Putin è sulla stessa lunghezza d’onda. Con la differenza che per ora Trump ha solo minacciato di annettersi la Groenlandia, il canale di Panama ed altri territori che interessano direttamente gli USA, mentre il dittatore sovietico ha da tempo invaso con le armi la Cecenia, la Georgia, la Crimea ed infine l’Ucraina adottando il principio nazionalista che i popoli che sono stati parte dell’URSS e che parlano in parte la lingua russa, sono di “proprietà” della vecchia potenza staliniana. I nazionalismi rappresentano quindi dei cancri politici che possono svilupparsi e trasformarsi in guerre.

Terza causa: l’odio. Se si sdogana il diritto di odiare, cadono non solo i principi che stanno la base del Cristianesimo, ma anche i principi che sono il fondamento della nostra Costituzione. Le dittature si reggono quasi sempre sul diritto di odiare. Il terrorismo che infesta il mondo e che ha infestato l’Italia tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta si basa fondamentalmente sull’odio. Oggi emerge ed esplode pure la voglia di screditare e odiare l’avversario sui social. Attenzione. Escludere sempre nei commenti l’odio, il disprezzo, l’insulto, la denigrazione, l’atteggiamento di superiorità.

In conclusione, proporrei l’inserimento nella nostra Costituzione, in coda all’articolo 3, di un nuovo comma che recita più o meno queste parole: “La repubblica proibisce severamente ogni manifestazione ed esaltazione dell’odio, nella gestione delle relazioni umane a tutti i livelli: interpersonali, familiari ed extrafamiliari, fra comunità diverse, tra religioni teologicamente lontane, tra gli stati di ogni ideologia e di ogni continente”.