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Schilpario, Sabrina, le sue galline Marans e le uova color cioccolato: “Non chiamatelo pollaio, è un laboratorio di produzione, elaborazione e trasformazione di prodotti naturali tra cui lo zafferano, il primogenito”

24 ottobre 2025 | 14:58
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Schilpario, Sabrina, le sue galline Marans e le uova color cioccolato: “Non chiamatelo pollaio, è un laboratorio di produzione, elaborazione e trasformazione di prodotti naturali tra cui lo zafferano, il primogenito”

Imprenditrici Generazione «Z», trovasi! Potrei stupirvi parlandovi delle uova azzurre delle galline dei Mapuche, in Chile. O sorprendervi con le uova verdi prodotte dall’incrocio fra le Mapuche e la razza dalle uova marroni francesi (è la teoria dei colori). Ma a che pro, se il vero prodigio lo abbiamo qui a Schilpario, in Val di Scalve, con le galline Marans di Sabrina Mancini? Sabrina: data di nascita 19/7/2001, a Schilpario. Un’intervista fra due persone appartenenti a due diversi millenni, a due generazioni lontane nell’alfabeto! Io della generazione «Boh», lei di quella «Z». Più che «nativi digitali», questi della «Z» sono «nativi svegli!». Questa distanza, invece di spaventarmi, mi interessa e mi attrae: non finiscono di stupirmi per la visione, la tenacia, l’innovazione, il pragmatismo. Certo, una, non è… tutti, ma mi fa credere che ce la possiamo fare a sopravvivere. L’appuntamento con Sabrina è per le 10.30, a Schilpario, «in via Parvinà». – «So vagamente dove si trova e ti troverò» – dico, sicuro, – «Sì, ma… chiamami quando sei nei paraggi, è meglio…». Poi capirò il perché. Ma la mia fiducia negli «Z» è evidentemente superiore a quella degli «Z» per i «Boh».
Arrivo nei paraggi… «Faccia la via Soliva, poi giri a destra e poi a sinistra… è via Parvinà, ecco, sta lì», mi spiega una signora rispondendo alla mia domanda se sapesse dov’era «il pollaio» di Sabrina Mancini.
Ok, ecco via Parvinà. Ma poi vado a destra o a sinistra? L’intuito mi aiuta: tra la destra e la sinistra c’è una ripida rampa cementata che si può fare solo a piedi, per chi ce l’ha buoni. Ho capito: è quella!
In cima alla rampa mi aspetta Sabrina sorridente e mi conferma che questa salita è un dissuasore involontario per i nonni che, arrivati li, mandano avanti figli e nipoti, dicendo «andate avanti voi, io aspetto qui!». Del resto «L’uovo nel bosco» non è una metafora vuota: con quella salita si arriva proprio nel bosco. E sotto il bosco ‘sgargiano’ beate le galline Marans/Mancini.
Mi accoglie sotto una pergola di vite americana ancora acidula, ma che promette bene, se l’autunno prolunga la sua calda coda. Quattro sedie attorno a un tavolino su cui sono imbandite le sue creazioni: biscotti di vario genere, torroncini, marmellate di frutti di bosco. E un cesto di uova… di cioccolato. «Macché, cioccolato, – dice lei – poi ti spiego». – «Ma c’è anche dello zafferano, vedo», in piccole ampolle trasparenti.
Le galline vivono in un ampio recinto (si chiamerà gallinaio?) dietro la pergola. «Non chiamarlo pollaio, per favore». In effetti più che un recinto da avicoli, sembra un cottage da vacanze, con fiori colorati alle finestre e intorno alla struttura. Perché «la bellezza è indispensabile in ogni cosa che si fa», dice. È la filosofia di Sabrina e il suo modo di fare impresa.
Appena riprendo il fiato e mi sono ridato energia con un paio di biscotti ricchi di uova e spezie varie, provo una battuta (di basso livello): «Bellissime queste galline! E belle anche queste uova color cacao… Ma, a proposito, è nato prima l’uovo o la gallina?» Intendevo… nei suoi interessi, ovvio. Pronta la sua risposta: «Prima, veramente, è nato lo zafferano!».
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