Provincia: Centrodestra unito dopo 11 anni. Ma il voto è dei sindaci e consiglieri comunali. E la componente civica è una mina vagante
Si aspettava che a Roma il centrodestra decidesse, con i responsabili provinciali e regionali, come comportarsi per la prossima elezione del Presidente della Provincia bergamasca. Accordo raggiunto, si va tutti insieme (attualmente il Consiglio provinciale (16 consiglieri) è composto da 7 del Pd, 3 della Lega, 3 di Forza Italia, 3 di Fratelli d’Italia. Ma la maggioranza attuale è ecumenica con la sola esclusione di Fratelli d’Italia. Ma adesso si deve votare per il Presidente, non per il Consiglio. Non rivanghiamo su questo sistema mortificante inventato al tempo in cui le Province si volevano abolire.
L’attuale presidente Pasquale Gandolfi è sorretto quindi da una maggioranza trasversale, maggioranza che ormai è consolidata da 11 anni. Ma resta fuori Fratelli d’Italia e non è che sia un’assenza di poco conto, per la politica del centrodestra. In bergamasca si fa notare che la Provincia è un ente amministrativo e poco politico, proprio per giustificare l’alleanza anomala.
Ma a Roma ovviamente preferiscono un centrodestra unito. E a cascata l’unità dovrebbe valere anche per i Comuni. Il problema è che il Presidente Gandolfi, il cui mandato scade a fine dicembre, nel frattempo è diventato Presidente dell’UPI, l’Unione delle Province Italiane, una carica di prestigio che Bergamo non ha mai avuto.
Le elezioni si dovrebbero tenere tra gennaio e febbraio.
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