IL CASO – Dentro il quartiere dove è cresciuto Riccardo Claris: “La sua borsa del calcio, il papà morto due anni fa, la fatica della nonna per farlo studiare, la sorella che suona il pianoforte…”
Lo stadio è li in fondo, in questa strada che sembra non finire mai, vialoni che dividono palazzi e a fare da cornice file di alberi. Un quartiere come tanti, Via De Gasperi, Riccardo Claris è cresciuto qui prima di trasferirsi in Borgo Santa Caterina, qui vive ancora la nonna e qui c’è Giovanni, che lo ha visto crescere. Giovanni, 77 anni, arriva da Napoli: “Sono arrivato qui tantissimi anni fa per lavoro e poi non sono più andato via, mi sono sposato, ho fatto figli e la mia vita è qui”. Giovanni Viscardi il quartiere lo conosce bene, così come conosceva bene Riccardo: “L’ho visto crescere, abitava proprio nel palazzo di fronte a me, mia figlia insegnava pianoforte a sua sorella, veniva qui a casa e suonavano, ora sua sorella si è sposata e ha due splendidi bambini, poi ha un’altra sorella che purtroppo ha problemi ed è in un istituto qui a Bergamo. Riccardo viveva con mamma, il papà si è suicidato un paio di anni fa”. Giovanni parla con orgoglio di Riccardo: “Era davvero un bravissimo ragazzo e non perché è morto, lo era davvero, si era laureato, aveva studiato per un periodo anche all’estero e ora lavorava a Milano, aveva trovato subito lavoro, per forza, era intelligente. Aveva la ragazza, più grande di lui di qualche anno, prima ne aveva avuta un’altra, quella di prima la conoscevo, una bravissima ragazza”.
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