CLUSONE – Diego, classe 1993: “Vivo e lavoro a Dubai da tre anni, prima ho studiato e lavorato in giro per il mondo. L’Italia non offre queste opportunità, qui è facile fare impresa, confrontarsi con gente da tutto il mondo…Ho sposato Cecilia, originaria di Madrid…potremmo fare figli e crescerli qui…”
Un milione di italiani all’estero in dieci anni. Restano gli anziani, se ne vanno i giovani. Il mood è lo stesso da anni ma ogni anno la situazione peggiora, nel senso che in Italia ci sono sempre più vecchi e sempre meno giovani. Oltre all’inchiesta che trovate sul numero di Araberara in edicola dal 18 aprile, potete leggere la storia di Diego. Qui vi lasciamo un’anteprima.
di Luca Mariani
L’anno scorso 156 mila cittadini italiani hanno lasciato la penisola. È come se in dodici mesi si fossero svuotate completamente Bergamo, Nembro, Alzano Lombardo e Clusone. A renderlo pubblico è l’Istat con il suo report annuale degli indicatori demografici, presentato lo scorso 31 marzo, che evidenzia anche come il dato del 2024 segna un aumento del 36,5 % di emigrati dall’Italia rispetto all’anno precedente. Tra questi, secondo la fondazione Nord est, la maggior parte sono giovani e quasi la metà hanno una laurea. «L’italiano medio secondo me è una persona molto volenterosa, che ha voglia di mettersi in gioco, è creativa e brava nel risolvere problemi. Il motivo per cui tanti laureati lasciano l’Italia è che non trovano un terreno favorevole per mettere in pratica nel mondo lavorativo quello che hanno studiato, o comunque quello che hanno fatto durante il loro percorso accademico.» A dirlo è Diego Beccarelli, clusonese, classe 1993, che dal 2022 vive a Dubai: «Per tanti ragazzi come me, ora come ora, l’Italia non è il contesto migliore per godere delle migliori condizioni di vita. Il Belpaese ha tanti vantaggi: dal cibo, al meteo e alla cultura, che tanti altri paesi ovviamente non hanno. Però la vita giornaliera non è solo storia, architettura e cosa si mangia, ma è anche molto di più. È sicurezza, è capacità di avere un lavoro che soddisfi i propri bisogni e le proprie necessità. Quindi, è un po’ triste dirlo, ma secondo me questi sono i motivi per cui la gente va all’estero. E finché non ci saranno condizioni migliori, continueranno ad essere tantissimi i giovani che dopo aver fatto un percorso di studi in Italia, dove le università sono di ottima qualità e costano mediamente poco, accetteranno poi le offerte e le opportunità più interessanti che arrivano dal resto del mondo.»
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