SOVERE – Francesco, 25 anni che ha fatto della passione il suo lavoro: “Ho mollato tutto e faccio il pittore”
(dal numero del 17 febbraio 2023)
Francesco Pegurri, 25 anni, liceo Artistico a Lovere, qualche anno a disintossicarsi dalle matite e poi via, a capofitto dentro l’arte e l’arte dentro lui. Nel suo studio ricavato nella casa dei genitori a Sovere, zona Santuario per intenderci, alle pendici della meraviglia, a creare uno stile unico che qui in redazione scherzando qualcuno ha definito il ‘pegurrismo’ dal suo cognome perché in effetti un nome per questa tecnica affascinante non c’è. Ma andiamo con ordine. “La passione per il disegno me l’ha trasmessa mio padre Ugo che ora fa la guida alpina – racconta Francesco – lui non ha potuto fare l’artistico ma la passione gli è rimasta e così quando ero piccolo continuavo a chiedergli di disegnarmi alcune cose, ero affascinato dalla rappresentazione che faceva mio padre. Andavo a periodi, ad esempio quando partivo con la fissa, per esempio, degli animali volevo che mi disegnasse sempre cavalli o scimmie o quello che in quel momento mi piaceva”. Francesco ha una sorella più grande, Marta: “Ora non vive più con noi e quindi ho ricavato un piccolo studio nella sua ex stanza”. Al Liceo dipingevi già? “Sono anni particolari quelli delle superiori, cerchi solo di avere tempo libero per stare con gli amici, per andare in motorino, ti accorgi dopo che avresti potuto utilizzarli anche per altro ma va bene così, però sono rimasto affascinato da alcune cose che abbiamo studiato e credo che quelle cose alla fine sono emerse dopo la mia pausa post liceo”. Francesco finisce il Liceo: “Per due anni ho fatto lavori a caso, non volevo più vedere matite, col senno di poi e con la testa di adesso, avessi finito ora la scuola, mi sarei iscritto all’Accademia”. Francesco comincia a lavorare come tatuatore: “L’ho fatto per 5 anni, ho frequentato alcuni corsi propedeutici che però erano improntati di più sulla questione igienica e sicurezza che su altro, ma come in tutte le cose anche tatuare è un’arte e lo devi già un po’ sapere fare di tuo, ho imparato da tatuatori esperti e mi sono specializzato soprattutto nelle scritte”. Ma Francesco tatuava e pensava ad altro, pensava alla pittura, non come semplice sfogo ma come espressione di vita: “All’inizio sono stato attirato dalla scena graffiti, al Liceo Artistico avevo conosciuto i ragazzi dell’Art of Sool, ho iniziato a collaborare con loro, poi quando ho finito la scuola ho avuto l’input dei tattoo e ora ho fatto diventare la pittura la mia strada. Dipingo tutti i giorni, a casa, nel mio piccolo studio”. E Francesco si è creato uno stile davvero particolare: “Vengo dalla calligrafia, ho studiato l’uso degli strumenti, dai pennelli ai pennini, la scrittura antica, quella dei frati amanuensi e dipingo utilizzando uno stile quasi a barre”. Francesco mostra i suoi quadri, pugni di luce, carezze di colori, insomma, un mix potente e innovativo: “Qualche tempo fa sono stato a Praga per lavoro, da due giovani artisti, uno è messicano e vive a Praga, con loro ho realizzato alcuni lavori con questa tecnica”. Quanto ti capita di andare a vedere mostre cosa prediligi? “Mi piace la pittura paesaggistica, i macchiaioli, gli impressionisti, mi stimolano molto”. Quella di Francesco è una tecnica particolare: “Ci vuole pazienza, una tecnica laboriosa ma che mi fa star bene, servono pennelli piatti, come se si stesse scrivendo, traccio delle barre e lavoro, gli do forma”. Lavoro e passione. “Vado spesso a vistare mostre, sono stato recentemente alla mostra di Van Gogh a Roma, mi piace infilarmi dentro l’incanto di un quadro”. E com’è la giornata tipo di un venticinquenne che prova a vivere di arte? “Mi alzo al mattino, non prestissimo, faccio un giretto in montagna, poi dopo pranzo comincio a dipingere e proseguo sino a tarda notte, due, tre di notte. Non esco molto la sera, un giretto il sabato con un paio di amici, sto bene così”. Il papà di Francesco è una guida alpina, Ugo: “Siamo andati spesso in montagna insieme da piccolo ed è lui che mi ha trasmesso la passione per la pittura, ho una famiglia che da questo punto di vista mi appoggia. Ho 25 anni, devo provarci ora, devo provare a fare diventare la mia passione il mio lavoro. Non ho ancora fatto mostre ma ci sto lavorando, adesso ho intenzione di tornare a Praga anche per questo, stiamo pensando di allestire una mostra con i miei due amici artisti, e poi si guarda avanti, i sogni sono così, ti fanno alzare sempre più in là l’asticella, ed è questo il bello, ti fanno volare alto, comunque vada”.
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