costa volpino: “Il Giardino degli Abbracci”, il primo parco giochi in Italia per disabili

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E’ il primo in Italia. E non è perché si tratta del primo in Italia che ci facciamo un articolo. O almeno non solo per quello. Ma perché il ‘Giardino degli abbracci’ è uno spazio dove la realtà diventa fantasia e non come succede spesso che la fantasia diventa realtà.

Una realtà di ragazzi disabili che prende la forma di fantasia di uno spazio giochi tutto per loro.

 

Regista e artefice del primo parco giochi per disabili in Italia è Patrick Rinaldi, un ragazzo biondo di Costa Volpino, assessore ai servizi sociali ma con l’assessorato nel… cuore e nella testa. Perché Patrick è quello che si è inventato anche la Stanza di Lulù, l’associazione ritrovo delle mamme che hanno perso un figlio, ma anche del progetto di cui avevamo già parlato, delle donne malate di cancro al seno che si sono fatte fotografare prima e dopo la chemio. E di molte altre iniziative.

E adesso ‘Il giardino degli abbracci’, che verrà ufficialmente inaugurato il 13 settembre e che sta prendendo forma definitiva in queste settimane.

Tutto è cominciato – racconta Patrick – perché volevamo dare un’anima al giardino che divide la Domus Civica e il Comune. Una realtà che divideva fisicamente le due palazzine, un prato che da divisorio volevamo far diventare unione. E così con FedericaFerrari di Clusone è nata l’idea di realizzare il Giardino degli Abbracci”.

E da lì l’idea di caratterizzarlo come parco giochi per disabili, il primo in Italia: “Con strutture specifiche per portatori d’handicap, una giostra, un’altalena disabili per salirci con la carrozzina, si entra e si chiude la ‘gabbietta’ e poi si dondola. Un pannello con uno xilofono verticale con canne di varie dimensioni, con un martelletto dove possono suonare sia chi è in carrozzina sia i bambini ciechi. Giocare con questo strano pianoforte. Verranno posizionati alcuni cespugli di erbe aromatiche. Pietre che avranno scolpito bassorilievi e visi con varie espressioni e il gioco consiste nel chiudere gli occhi e toccando le pietre capire così la loro espressione. Insomma con gli esperti abbiamo cercato di metterci nei panni di bimbi ciechi o con vari handicap e di andare a sopperire con questi giochi e sviluppare gli altri sensi”..

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 AGOSTO 2015

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